Servizi didattici nelle aree archeologiche

I beni culturali rappresentano, da sempre, uno strumento di insostituibile valore pedagogico per l’acquisizione di esperienze didattiche volte ad avvicinare il mondo delle scuole e delle Università, al ricchissimo e variegato patrimonio storico artistico.
Nel 1989 fu stipulato tra il Ministro pro tempore dei Beni Culturali ed Ambientali e il Ministro della Pubblica Istruzione, un primo protocollo di intesa con il quale si prefigurò la creazione dei “Laboratori Sperimentali di Sviluppo Didattico” nell’ambito delle istituzioni museali, aree archeologiche e complessi monumentali. L’obiettivo era quello di promuovere una più intensa utilizzazione del patrimonio culturale e una migliore fruizione, con il fine di arricchire e sviluppare le attività curriculari ed extracurriculari rispetto ai programmi didattici ministeriali.
Contestualmente veniva immaginata anche una fase di formazione post-laurea volta a creare nuove figure professionali per una puntuale e opportuna gestione dei Beni Culturali.
I “Laboratori Sperimentali di Sviluppo Didattico” avrebbero dovuto ricoprire quell’importante ruolo formativo che, attraverso attività in loco, avrebbe contribuito a creare esperienze concrete per i futuri professionisti del settore, nella convinzione che la conoscenza “operativa” del territorio e delle sue ricchezze, fosse un imprescindibile elemento da cui far partire le strategie di valorizzazione.
A questo importante punto di arrivo contribuirono due circolari del 1984, con cui l’allora ministro dei Beni Culturali riconosceva l’alto valore delle attività didattiche proposte dal prof. Basile all’interno del Museo del Libro Antico di Villa d’Este in Tivoli (Rm). La struttura, fondata e diretta dal prof. Antonio Basile, è aperta gratuitamente al pubblico offrendo percorsi didattico-formativi rivolti alle scuole di ogni ordine e grado, con particolare attenzione ai bambini ipovedenti in un’ottica di accessibilità universale al patrimonio culturale. Entrambe le circolari, oltre a riconoscere i benefici in termini di utenza presso il complesso monumentale, ne ribadivano la validità scientifica e ne approvavano le innovative metodologie didattiche e formative messe in atto durante le attività di laboratorio. Di lì a breve, nelle migliori realtà museali europee e statunitensi, la formula applicata in via sperimentale nel Museo del Libro Antico contribuì a innovare profondamente l’idea stessa di museo e fruizione culturale da parte delle scuole trasformando la gita scolastica, in un vero e proprio momento di formazione e attività extracurriculare.
Nel 1998 poi, un ulteriore protocollo di intesa MIBAC-MIUR era finalizzato a potenziare le “sezioni didattiche” istituendo “servizi educativi”, come quelli del Museo del Libro Antico, di cui le Soprintendenze erano le dirette sostenitrici.
È doveroso sottolineare che i protocolli d’intesa sono rimasti sostanzialmente disattesi in tutta Italia, tranne nel caso sopra descritto.
Nel recente dibattito sulla valorizzazione, le linee tracciate dal ministro Bray nei pochi mesi di Governo, fanno ben sperare che casi come quello del Museo del Libro Antico possano ispirare nuove politiche legislative, opportunamente miranti a fare della cultura uno dei settori trainanti dell’economia nazionale.
A conferma dei benefici che si ripercuotono positivamente alle aree in cui le attività sono ospitate, a partire dal 2004, il prof. Basile ha intrapreso un nuovo e pioneristico rapporto di collaborazione con la Soprintendenza Archeologica del Lazio.
Il progetto ha visto, anche in questo caso, il recupero strutturale dello stabile ubicato presso i locali del plastico, attualmente già accessibile al pubblico. Entro il 2014 è previsto il completamento della struttura.
Le attività del “Laboratorio di Archeologia Libraria” saranno parte integrante dei servizi offerti al pubblico dall’area archeologica di Villa Adriana, dove i visitatori di ogni età e delle scuole di ogni ordine e grado potranno accedervi senza alcun costo aggiuntivo.
Entrambe le esperienze sono frutto della lungimiranza delle rispettive Soprintendenze, le quali hanno benevolmente accolto i progetti esecutivi proposti dal prof. A. Basile, che non comportano oneri aggiuntivi per lo Stato, ma che forniscono alle aree in cui sono ospitati elementi di attrazione turistica di portata internazionale, che si ripercuotono sensibilmente sul pubblico dei visitatori.
Sulla scia dei propri rapporti con Università pubbliche e private, il prof. Basile sta pianificando un nuovo partenariato con il Master in ArchitetturaArti sacre e Liturgia dell’Università Europea di Roma, per proporre attività formative di tipo specialistico all’interno della sue sedi contribuendo così al miglioramento qualitativo e quantitativo dell’offerta turistica della Villa d’Este e della Villa Adriana.

Fonte – Quotidiano arte.it